Lola è un cortometraggio di Francesca Tasini (Artaia-la dolce Berlin) e una produzione di Anie Gombos, Mauro Paglialonga e Luigi de Vecchi. Si aggiunge un cast versatile, entusiasta e pieno di talento fra cui segnaliamo Christina Andrea Rosamilia nel ruolo della protagonista Lola, Klaus Salminen (Johnatan) e Giovanni Morassutti  nelle vesti di Damian un personaggio di cui non possiamo dire ancora molto, ma che siamo certi amerete.  Un grande lavoro di squadra, dunque, che ha creato un piccolo capolavoro che affronta una tematica molto delicata e allo stesso tempo, forse, quasi sconosciuta. Il corto è attualmente in concorso per diversi festival.

Trama

Lola è una donna transgender il cui più grande desiderio è quello di avere un figlio. Ma la strada per raggiungere il suo sogno è ricca di ostacoli.

Recensione

Come abbiamo accennato già nella nostra introduzione Lola tratta una tematica molto particolare e delicata, ovvero quella relativa all’adozione da parte di persone transessuali.

Chiariamo subito un punto: per quanto mi riguarda, detesto le etichette. Una donna è una donna sebbene possa essere nata con il corpo di un uomo e, viceversa, un uomo è tale sebbene possa essere nato nel corpo di una donna. Commenti omofobi, transfobici, discriminatori, irrispettosi e quant’altro verranno cancellati senza passare dal via. Sembra assurdo dover specificare questo nel 2020, ma è bene farlo considerato ciò che pullula attraverso l’internet, in maggioranza sui social.

Detto questo possiamo procedere.

Lola – Introspezione di un personaggio complesso.

La protagonista, Lola, è una donna che desidera un figlio. Desidera poter amare una creatura, essere una madre. Eppure sembra che questa felicità, questa gioia voglia esserle negata. E non c’è una vera spiegazione per questo. Sebbene l’assistente sociale “voglia aiutarla” è chiaro per sua stessa ammissione che “È veramente insolito dare un bambino a una persona transessuale.

Una pugnalata in pieno petto.

Con poche parole non si nega solamente il diritto di Lola di essere madre, ma anche la sua identità in quanto donna. Agli occhi del mondo che la circonda, per quanti sforzi faccia, sembra che Lola non sarà mai vista come una donna al 100%, ma piuttosto come un uomo che ha deciso di diventare una donna.

Cerchiamo di fermarci a riflettere su questo. Perché accade ogni giorno, forse nemmeno troppo lontano da noi. Accade come nella scena con cui si apre il corto in cui sentiamo le parole dell’assistente sociale. Perché ogni volta che parole come queste vengono pronunciate, si sta negando l’identità di qualcuno.

Lo vediamo negli occhi di Lola. Occhi che vorrebbero piangere, ma mantengono la loro identità. Christina Andrea Rosamilla è eccezionale nel mostrare tutte le sfumature di questo personaggio.

Lola, fra desiderio di maternità e le ferite del passato

Un altro aspetto che è importante analizzare è la solitudine che un personaggio come quello di Lola si trova spesso ad affrontare. Una scelta così difficile, come quella di diventare genitore in una condizione (che brutto utilizzare questo termine) come quella in cui vive. Isolata, costretta a scegliere fra l’uomo che ama e quello che è il suo sogno, Lola dovrà fare ricorso a tutta la sua forza interiore per continuare a combattere, mentre le ferite del suo passato tornano ad aprirsi, a fare male, a bruciare. A risentire quelle voci di una sé stessa bambina in un corpo che non è il suo, che non la rispecchia e che non può donarle quello che desidera.

E il mondo è pieno di Lola che cercano il proprio riscatto sociale. Lola che gridano e vorrebbero solo essere ascoltate. Lola i cui diritti vengono negati, ma che, in fondo, desiderano solo essere genitori, donare amore ad un’altra creatura bisognosa di affetto.

Riuscirà la Lola del film ad avere il suo riscatto? Una scelta difficile le verrà posta davanti agli occhi come uno spiraglio di luce in un mare di oscurità, ma riuscirà davvero ad accogliere il coraggio a piene mani per afferrarla?

Due vite escluse dal mondo che le circonda, due anime abbandonate a sé stesse possono avere la possibilità di trovarsi e salvarsi a vicenda?

Dal film alla realtà: #iosonoLola

Il film Lola apre gli occhi su un tema molto importante quanto delicato che riguarda l’adozione (ma anche l’affido) da parte di persone appartenenti alla comunità LGBT e nel caso specifico di persone transgender.

In Italia, attualmente non è consentita l’adozione di un bambino per coppie dello stesso sesso, ma solo l’affido, come mi spiegava l’autore de La Famiglia X, Matteo Grimaldi.  In altri paesi, invece, sembra che almeno per quanto riguarda le coppie omogenitoriali, sia possibile portare a termine un’adozione. Questo almeno sulla carta. Il percorso, in realtà resta comunque tortuoso, complesso. Oseremo dire ostile in una società che ancora non è in grado di accettare le persone osservandole per quelle che esse davvero sono. Per i loro sogni, la loro anima, i loro sentimenti. Creature in grado di amare, tutte loro. Desiderose più di chiunque altro proprio perché questo diritto viene troppo spesso loro negato.

Il percorso di adozione di un bambino, in linea generale, è sempre molto difficile e ricco di ostacoli, ma non si può negare che le persone appartenenti alla comunità LGBT trovino maggiori difficoltà al momento della richiesta.  All’alba del 2020, purtroppo, c’è ancora chi non riesce ad accettare che una famiglia sia tale comunque essa sia composta.

Il sottotitolo che abbiamo dato a questa recensione è Il diritto di poter amare e non è certo casuale.

Perché è questo il vero punto della situazione. Davvero preferiamo che un bambino non abbia alcuna famiglia piuttosto che dare la possibilità a una famiglia, lo ribadiamo, omogenitoriale o perché no, un papà o una mamma che ha cambiato il proprio corpo per adeguarlo a chi essi davvero sono. Come è strano doverlo specificare.  Tra l’altro, questo è un altro fattore che ho notato durante le mie ricerche, se per alcuni stati si concede l’adozione a coppie omosessuali, non si fa, a livello legislativo, mai menzione a persone transgender.

Dove sarebbe la differenza direte voi? Per quanto mi riguarda non ve ne è alcuna. Chi ha il desiderio di donare amore è in grado di farlo qualunque sia il suo orientamento o il suo corpo o una lunga serie di altre cose. La malizia la vedono gli adulti, non certo i bambini. E un bambino che riceve amore non si domanda da dove questo venga. Un bambino che ha vissuto solo non desidera altro che qualcuno da cui essere amato, trovare un abbraccio in cui rifugiarsi quando è spaventato o il mondo sembra non sostenere i suoi sogni.

E per questo motivo vogliamo dedicare questa recensione a tutte le Lola che sono lì fuori, a tutte le Lola che ci stanno leggendo con l’augurio che un giorno possano realizzare il loro sogno, di essere mamme o papà.

Perché ne siamo certi, sarete dei genitori magnifici.

Crediti e Ringraziamenti

Ringraziamo prima di tutto Francesca Tasini che ci ha permesso di poter visualizzare il film in anteprima. Vi lasciamo il riferimento al sito ufficiale Lola – A Short Film.  Ringrazio inoltre Matteo Grimaldi per le preziose informazioni che hanno contribuito alla stesura di questo articolo.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.

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2 Commenti

  1. ELEONORA

    Un tema di grande attualità e davvero complesso da affrontare! Non è facile abbattere certe barriere ma perseverare e non arrendersi mai sono le giuste armi.

    Rispondi
    • KeiLeela

      È vero. Io spero che un film come questo possa fare la differenza, per questo ci tenevo particolarmente a trattarlo.

      Ora dirò una cosa scomoda, ma per me questo film andrebbe proiettato nelle scuole

      Rispondi

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