Il nome di Sebastiano Brocchi è per i nostri lettori ormai ben noto. Autore, regista, illustratore Sebastiano ha fatto dell’arte la sua vita e oggi torna sul nostro vampirico portale ad annunciare succose novità e una serie di nuovi ed entusiasmanti progetti.
Prima di tutto ben tornato. Come ben sai è sempre un piacere averti qui con noi. Un pipistrellino un po’ troppo curioso ci ha rivelato che hai diversi e importanti annunci da fare. Ti senti pronto?
Prontissimo e felice di tornare a trovarvi in questo blog sempre molto curato, approfondito, vario e interessante. Grazie.
Cominciamo dal progetto che forse chi frequenta i tuoi gruppi ha sentito pronunciare più spesso: La Vita di An. Puoi darci un’anticipazione in poche righe?
Questo sarà il primo fumetto ambientato nell’universo narrativo della saga dei Pirin. Non seguirà trame già presenti nei romanzi ma avrà, al contrario, una storia del tutto inedita: questo permetterà a chi conoscesse già altri prodotti multimediali della saga di non ripercorrere strade già incontrate in precedenza ma d’imbattersi, al contrario, in un’avventura nuova che potrà quindi sorprenderlo.
Protagonisti di questa storia saranno An e Hallfuri, due personaggi già nominati nella trilogia dove, tuttavia, le loro rispettive storie non sono approfondite, mentre qui riveleranno tutta la loro portata direi quasi “epocale” nell’intrecciarsi e determinare eventi cruciali nell’economia complessiva della saga. Ridotta ai minimi termini, si può dire che la loro sia la storia di due ragazzi in cerca dell’immortalità (un tema che accompagna l’umanità fin dai primissimi esordi della letteratura epica, penso all’Epopea di Gilgameš), ma il loro viaggio metterà in luce come l’immortalità stessa possa essere viste e interpretata in modi profondamente diversi, assumendo connotazioni anche diametralmente opposte a seconda di come la si voglia intendere. Proprio questo porterà a galla la diversità di fondo nell’animo dei due protagonisti, rendendo le loro aspirazioni e i loro destini forse inconciliabili.
Il progetto Vita di An è legato al tuo videogioco Eselmir. Perché hai scelto di continuarlo con un fumetto anziché con un altro videogame?
Premetto che già nel videogioco si trova una sorta di “epilogo segreto” (il quale può essere sbloccato solo dopo aver risolto tutti gli enigmi e le quest secondarie dell’avventura grafica) come un finale aperto in cui si gettano le premesse di una vicenda i cui protagonisti siano proprio An e Hallfuri. Indubbiamente la storia avrebbe potuto continuare con un sequel videoludico ma diversi fattori hanno fatto sì che la scelta ricadesse su un fumetto.
Uno di questi era prettamente “pratico” e non trascurabile: la realizzazione di Eselmir (da parte di un team indie e con metodi old school in buona parte “artigianali”) ha significato non meno di cinque anni di lavoro e una buona dose di sfide da affrontare. Eravamo più che soddisfatti del risultato ottenuto, ma al contempo consapevoli che sarebbe stato difficile imbarcarsi nuovamente in una simile epopea, quantomeno con i nostri mezzi e senza avere alle spalle un team come quelli di cui dispongono le grandi software house.
Al di là di questo, comunque, si è trattata anche di una precisa scelta creativa che permetterà di ampliare ulteriormente i campi espressivi della saga, già molto ricca dal punto di vista multimediale. Il fumetto era una strada su cui mi arrovellavo da tempo e che volevo tentare in ogni caso. Una nuova sfida narrativa e artistica con regole proprie tutte da esplorare.
La Vita di An, nel suo genere, è molto peculiare. In un certo senso non è solo un fumetto, ma permette al lettore di interagire in un qualche modo con la storia. Puoi spiegarci il motivo di questa scelta?
Si penserà che io abbia un po’ un cruccio per l’interattività, e in parte può essere vero nella misura in cui ritengo che parte della magia di una grande saga stia proprio nella possibilità dei lettori di far sentire – se non la propria voce – almeno le proprie scelte. C’è una sorta di magia in questo, dal momento che proiettare in una storia il libero arbitrio o quantomeno delle opzioni ludiche crea una connessione irripetibile tra il media e chi ne usufruisce. Perciò dopo un videogioco come Eselmir e una serie di brevi romanzi spin-off legati al personaggio di Tasar (dove il lettore può scegliere due diversi percorsi scegliendo tra un destino luminoso uno oscuro), volevo che anche la lettura del fumetto non si rivelasse del tutto “passiva”.
Questo mi ha portato a inserire qua e là, nel fumetto, alcuni mini-giochi, rompicapi ed enigmi che permetteranno di rivivere almeno in parte le sensazioni sperimentate nel punta&clicca. Tra l’altro si noterà la perfetta continuità stilistica tra le illustrazioni del videogioco e quelle del fumetto, proprio per garantire e suggellare l’impressione di trovarsi esattamente nella stessa vicenda, solo su un media diverso. Come se le pagine di questo fumetto fossero, in qualche modo, gli screenshot di un videogioco su carta.
Parliamo ora di un altro progetto. Di cosa tratta Il Libro dei Cieli d’Opale?
Semplicisticamente si potrebbe definire una “genesi” e una “teogonia” dell’universo fantasy della saga, ma posso anticiparvi che in questo libro non ci sarà nulla di “semplicistico”. Mi verrebbe difficile persino classificarlo come romanzo fantasy dal momento che è difficile evincere i canoni di una trama tradizionale. Lo vedrei più come un testo filosofico e spirituale che s’inscrive nella tradizione della mistica, dalla letteratura vedica a Esiodo, dalla Commedia dantesca arrivando fino ad alcuni classici della spiritualità più vicini a noi quali i testi di Gibran.
L’intento di creare una mitologia delle origini è subordinato alla volontà di esprimere tutta una serie di riflessioni profonde sulla natura delle cose, il senso della vita, la divinità, le grandi domande dell’esistenza, cosa che in parte si ritrova in tutte le mie opere, ma qui sarà distillata alla sua quintessenza. Più vicino alla poetica che alla prosa nel senso comune (con passaggi in cui si respireranno le atmosfere del sufismo o di un Angelus Silesius), sarà un testo intriso di ermetismo ed esoterismo, e non per essere volutamente criptico, bensì per preservare la forza che solo certe immagini oniriche e visionarie sanno trasmettere, parlando all’anima più ancora che alla mente razionale. Questo vale tanto per lo scritto che per le emblematiche illustrazioni (le definirei piuttosto “icone” visto il loro stile) che correderanno il libro.
Come nasce l’idea di scrivere un prequel alla tua opera principale?
Ho sempre amato i miti di fondazione, inoltre essendo un grande cultore dell’ermetismo posso aggiungere che, in Alchimia, la cosiddetta Grande Opera sia stata spesso paragonata proprio alla Creazione. Basti pensare che il giardino dell’Alchimista di Eygalières (Francia) si apre proprio con la parola ebraica Bereshit (la parola con cui esordisce il libro biblico della Genesi), come a dire che lo scopo del lavoro di un Alchimista sia quello di ri-creare sé stesso come in principio è stato creato il mondo.
Il Libro dei Cieli d’Opale cercherà di dare un senso mistico e profondo ai più diversi aspetti di questa creazione, mostrando come tutto abbia uno scopo nel contesto di un’armonia più grande. Gli elementi costitutivi del mondo sono intrisi di una ragion d’essere che può rivelarci qualcosa su noi stessi e sul senso del nostro cammino.
Fatta questa necessaria premessa, non voglio comunque negare che nel libro si troveranno diversi aspetti importanti anche nell’ottica puramente letteraria, sia per ciò che attiene alla comprensione generale della saga (e le cause di molti eventi successivi) che per il puro piacere di scoprire una storia epica, un high fantasy che potrà reggersi in piedi sulle proprie gambe anche senza necessitare la lettura degli altri romanzi, come fosse un auto.conclusivo insomma.
Con Il Mercante di Verità, affronti ancora una sfida diversa. Come è nata l’idea di una racconto in collaborazione con un intero gruppo Facebook? Avevi già affrontato questo tipo di esperienza?
Sebbene come accennavo già in “Tasar” esistesse una limitata forma di interazione tra il lettore e l’evolversi del romanzo (ricordo tra l’altro che inizialmente le avventure di Tasar nacquero in collaborazione con un app per cellulari e solo in seguito ne ho tratto la versione letteraria), qui ci troviamo invece di fronte a una tipologia di romanzo a puntate interattivo in cui il coinvolgimento del pubblico è portato a un nuovo livello.
Non vi sono più, come in “Tasar”, dei blocchi precostituiti che il lettore può combinare secondo le proprie preferenze “morali”, bensì una storia il cui avanzamento è controllato dalle scelte dei lettori capitolo dopo capitolo attraverso dei sondaggi, oppure arricchite da quiz e domande specifiche rivolte al gruppo. Non avevo mai affrontato una simile esperienza e va evidenziato come essa rappresenti una notevole sfida intellettuale e creativa. “Il Mercante di Verità” esce ogni lunedì e ogni episodio viene scritto nei giorni che intercorrono tra l’uno e l’altro, in base ai risultati dei sondaggi.
Un episodio potrebbe concludersi ad esempio con la domanda “dove si recherà il protagonista nella prossima puntata?”, e le opzioni indicherebbero varie possibili location. Ciò significa che saranno effettivamente i lettori a determinare i movimenti del protagonista nel romanzo, e questo lo situa a metà strada tra il libro e l’esperienza videoludica, perché è come se i lettori possedessero un joystick e potessero esplorare la storia a loro piacimento. Tuttavia, a differenza di un videogioco, non potranno esercitare scelte individuali ma collettive, e cioè sarà il voto della maggioranza a essere determinante. Questo è tanto più interessante se si considera che “Il Mercante di Verità” sostanzialmente sia strutturato come un giallo: il protagonista è una spia che deve indagare su alcune verità sepolte in uno sperduto fiordo del nord.
Ai lettori sembra di imbattersi in scenari e avvenimenti curiosi, alcuni forse senza senso, apparentemente tutti scollegati fra loro, ma avanzando con gli episodi si scoprirà poco a poco che tutto è collegato e ha una precisa ragion d’essere nella trama. Un’operazione difficilissima da attuare quando devi adattare di volta in volta gli eventi alle scelte dei lettori, ma credo che al momento del “gran finale” ci si renderà conto di come tutti i pezzi del puzzle avranno effettivamente una precisa collocazione.
Come è stata accolta questa idea? Stai avendo dei feedback interessati dalla community di Scrittori & Lettori Fantasy?
Uno degli aspetti che ha suscitato la più calda accoglienza è stata l’iniziativa di far leggere diversi episodi in video o audio, ci sono stati numerosi candidati e infatti sia sul gruppo che sul mio canale YouTube si possono ascoltare numerose puntate della storia lette non da attori o doppiatori professionisti bensì proprio dai membri del gruppo S&LF. Questo ha contribuito sicuramente a rafforzare l’idea di esperienza condivisa e la “famigliarità” con questa storia.
Un aspetto che invece con il progredire del racconto ho via via un po’ accantonato è stato quello di porre domande dirette ai lettori consentendo loro di proporre alcuni aspetti da inserire negli episodi successivi, perché in linea generale le persone sono forse un po’ timide nell’esporsi a intervenire fino a quel punto, soprattutto in un contesto che devono ancora imparare a conoscere. Ciononostante non dico che anche quell’esperimento non abbia condotto ad alcuni esiti interessanti: alcuni nomi (di navi, ad esempio) o caratteristiche di personaggi sono stati tratti direttamente da proposte dei lettori. Per citarne uno: Gemma di Sale, il nome della nave del protagonista, è proprio uno dei nomi suggeriti dalla community.
Ritieni di essere soddisfatto di questa esperienza?
Come detto si tratta di un’esperienza impegnativa da portare avanti con regolarità, e finora non ho mancato alcun appuntamento settimanale (siamo arrivati all’episodio 14), questa è stata un po’ una sfida con me stesso e per il momento sembra un meccanismo funzionante. Ho trovato una community interessata che ha accolto positivamente il progetto, e si è formato un gruppetto di “aficionados” che non si è perso una sola puntata. Ritengo che ormai non manchino molti episodi a concludere almeno questa “prima stagione” dell’avventura, la quale molto verosimilmente sarà raccolta in un libro/ebook una volta finita; ma resto favorevolmente aperto alla possibilità di riprenderla in mano con una seconda stagione oppure proprio con una nuova storia basata sugli stessi meccanismi. Si vedrà.
Ritorniamo al mondo del “gioco”. So che stai progettando un manuale di gioco di ruolo da tavolo, puoi raccontarci qualcosa in merito?
Esattamente. Sono anni che le persone mi dicono: “vista la sua lore, la tua saga dovrebbe essere declinata in RPG!”, ma ammetto di avere pochissima esperienza in quel campo, e da solo non avrei avuto speranze di intavolare un progetto di questo tipo. Fortunatamente, in particolare grazie al gruppo fb “Best Sagas” su cui curava una rubrica dedicata al mondo dei giochi di ruolo, ho avuto modo di constatare la grande preparazione in materia di Federico Buonanno, amico di lunga data (almeno sui social perché non abbiamo ancora avuto il piacere di incontrarci di persona).
Così un giorno ci siamo messi a discutere un po’ più concretamente la possibilità di collaborare al progetto di un RPG basato sulla saga dei Pirin. Federico poi mi ha suggerito di affidarci, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo delle meccaniche di gioco (uno degli aspetti più importanti) alla competenza di Enea Traini, così è nato questo nostro trio di “avventurieri” alle prese con un progetto decisamente interessante e ambizioso intitolato “The Rulers of Gaimat – I Dominatori del Gaimat”, il quale malgrado sia già in corso di studio da diversi mesi, si può considerare ancora nelle prime fasi di lavorazione vista la sua complessità.
Quali sono le tue aspettative in merito a questo progetto?
Al di là della sua tipologia, sicuramente inscrivibile nel più vasto filone del Dungeons & Dragons, mi piacerebbe che facesse emergere le peculiarità proprie di questa saga. Non ci troviamo nel “solito” pseudo-medioevo fatto di castelli e segrete da esplorare, ma in un continente in cui fiorenti civiltà si scontrano per la supremazia tra magie, creature fiabesche, grandi battaglie, antiche profezie… gli scenari sono quindi molto variegati, monumentali. Più che a cavalieri erranti e tetre rovine abbandonate ci troveremo di fronte a popoli giunti al massimo splendore, guidati da potenti sovrani, desiderosi di rivaleggiare sia sul piano bellico che sul fronte delle conquiste civili e culturali (come in una sorta di Age of Empires in chiave high fantasy).
Un mondo dalla lore già molto ricca e in continua espansione, che sarà ulteriormente ampliato anche da altri progetti e collaborazioni artistiche con creativi di grande talento, come già è stato il caso l’anno scorso con il “Pirin Civilizations artbook”.
Ti ringrazio Sebastiano, spero che tu ti sia divertito a passare un po’ di tempo con noi e speriamo che vorrai tornare ancora una volta quando tutti questi progetti vedranno la luce così da poterli approfondire al meglio. Al solito, prima di andare via, vuoi lasciare un saluto ai nostri lettori?
Grazie, un caro saluto a tutti e direi a questo punto… arrivederci alla prossima, spero con nuove interessanti novità di cui parlarvi!
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