Dead Sea di Tim Curran è stato pubblicato questa estate dalla casa editrice Dunwich Edizioni che si è sempre distinta per il proprio gusto affine ai temi dell’horror e del mistero. Disponibile al momento solo in formato e-book, presto vedrà la luce anche le nella sua forma cartacea per tutti coloro che il libro amano stringerlo fra le mani. E onestamente noi lo consigliamo, trattandosi di un romanzo molto lungo, almeno per quelli come me che si stancano presto sul formato digitale. Tuttavia, c’è anche da ammettere che per gli amanti del genere il romanzo lascia il lettore allontanarsi dalle sue pagine. Ma ci arriveremo.

Seguendo la linea che ho scelto di dare alle mie recensioni, procediamo per gradi.

Trama

Preparatevi a un viaggio in un luogo sconosciuto all’umanità. Uno spazio tra gli spazi. Quando la Mara Corday, una vecchia nave da carico, entra nel Cimitero dell’Atlantico, l’incubo diventa realtà. L’equipaggio si ritrova intrappolato in un mondo in cui il tempo non esiste e in cui dimorano orrori inimmaginabili. Persi in quel mare immobile, in un aldilà dove il male si manifesta in forme terribili, i sopravvissuti della Mara Corday hanno l’eternità per trovare una via d’uscita… se prima non saranno uccisi dalle creature che danno loro la caccia.

La nostra recensione

Dead Sea non è sicuramente un libro per tutti. Del resto ne eravamo stati avvisati dalla stessa case editrice e, per quanto mi riguarda, non posso che confermare questa affermazione. Se state cercando un racconto leggero per rilassarvi, allora Dead Sea non fa per voi. Se state cercando una storia con un finale lieto e da favola, allora farete meglio a scartare questo libro. Ma se  invece siete alla ricerca di qualcosa che lasci il segno, che vi tenga con il fiato sospeso, che vi porti ad accompagnare il timore e l’ansia dei personaggi per un futuro incerto… Ecco allora è arrivato il momento di prendere fra le mani proprio questo libro.

Life And Death BY nightserpent  

Life And Death BY nightserpent

Ora chiudete per un istante gli occhi. Chiudete gli occhi e immaginate di essere su una nave e di ritrovarvi circondati dalla nebbia. E poi qualcosa accade, la vostra nave affonda e voi vi ritrovate su una scialuppa o una zattera nel mezzo dell’oceano, proprio lì nel Triangolo del Diavolo. Intorno a voi, per miglia e miglia solo acqua, ancora acqua, alghe putrescenti e nebbia. Una maledetta nebbia che non accenna ad attenuarsi. E voi siete ancora lì nel mezzo del nulla.

E non potete scappare. Non potete andare da nessuna parte perché avete solo pochi metri di zattera a vostra disposizione e quel nulla cosmico di mare intorno a voi. E la sensazione, quella tremenda sensazione di non essere soli, di essere osservati, che intorno a voi ci sia qualcosa che nemmeno dovrebbe esistere. Ve lo sentite nelle ossa e siete del tutto impotenti al punto che cominciate a chiedervi se non sia meglio crepare subito che piuttosto che lasciarsi andare a questa lenta e folle agonia. Se si volesse riassumere Dead Sea in poche parole, queste sarebbero quelle adatte.

Dead Sea fa parte di quegli horror dalla natura psicologica che ti scavano dentro, ti divorano come vermi con le viscere di un cadavere, prima ancora che l’orrore verso e proprio si manifesti. Perché lo sapete che sta arrivando. Che è lì, da qualche parte, celato, in attesa del momento in cui le vostre speranze sembrano ridestarsi.

To never be seen again BY JJcanvas

To never be seen again BY JJcanvas

In questo Curran di dimostra molto abile. All’improvviso anche voi siete lì, ora con uno, ora con l’altro dei personaggi. All’improvviso siete George e poi Menhaus e Gosling, Marx, Cook, Fabrini, Cushing e… No, Saks no. Saks è l’unico personaggio con cui ammetto di non aver provato empatia e che probabilmente avrei preso a picconate sui denti in diverse occasioni. Ma gli altri, tutti gli altri lasciano una traccia indelebile nel lettore.

È quell’istinto ad aggrapparsi ad una qualche traccia di umanità, quando tutto intorno a te sembra volerti friggere il cervello. È quella forza del voler restare umani, quando ogni regola sembra essere sovvertita in una natura così ostile e pervasa da bestie e mostri che solo riducendosi a propria volta in bestia sembra esserci una speranza di poter sopravvivere. Eppure non si vuole cedere.

Così ci si aggrappa ad ogni cosa, alle piccole cose, quelle che contano davvero. Ed ogni creatura, ogni essere umano vive tutto questo a modo suo.

La potenza di questo romanzo è proprio questa. Tu sei lì a sperare con i suoi protagonisti, mentre sfogli un’altra pagina (e ti accorgi che ormai sono le tre di notte e domani devi svegliarti presto) e non riesci a staccarti. Perché chissà cos’altro accadrà adesso. Quale terribile bestia di leverà da quei fitti banchi di nebbia?

Dead Sea è il racconto della psiche umana, di come questa possa sgretolarsi lentamente e quando tutto diventa semplicemente troppo per la propria comprensione.

Le creature

Shoggoth BY Nottsuo

All’interno del romanzo compaiono in diversi momenti diverse creature di natura diversa, che ovviamente non descriveremo per lasciarvi il piacere di scoprirle da soli. Sicuramente però possiamo dire che esse traggono grande ispirazione da quelli che sono i miti di matrice Lovecraftiana e da quello che è il bagaglio di esperienze bibliografiche e non solo con cui è cresciuto Curran. Sul suo stesso sito personale, Curran racconta la propria infanzia e le letture che lo hanno accompagnato. Se Jonny Quest l’ha introdotto ai mostri, questa sua fantasia ha percorso lunghe pagine fra i racconti di Poe e di altri autori che erano molto in voga alla fine degli anni sessanta.

In ogni caso le creature descritte da Curran sono terrificanti. Spesso di dimensioni gigantesche, tanto che nemmeno si riesce a vederle nella loro interezza. Eppure questo è sufficiente a creare l’orrore ed anzi, forse, ancora più efficace. D’altra parte non è proprio l’ignoto ciò che più spaventa? E sebbene Curran non si risparmi certo in scene di morte raccapricciante, di sangue, artigli e tentacoli, di cose morte in un mare morto che non aspettano altro che divorarti, o peggio ancora di farti impazzire.

Dead Sea non è un libro per stomaci delicati. Se siete facilmente impressionabili, lasciate perdere. Ma se siete dei veri appassionati del genere horror… Oh, beh… lo amerete. Lo amerete fino a perderci la testa.

E voi avete già letto Dead Sea? Pensate di leggerlo dopo la nostra recensione? Fatecelo sapere con un commento e diteci anche se avete piacere a sentire parlare ancora di Tim Curran sul nostro portale.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.

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