Domenica scorsa sono andata a vedere il tanto acclamato film di Joker con uno straordinario Joaquin Phoenix e diretto da Todd Phillips, basato sull’omonimo personaggio dei fumetti DC Comics, di cui è una storia delle origini scollegata dai film del DC Extended Universe.

Mi è servito qualche giorno per ricomporre le idee e farmi un giudizio, un film di grande impatto emotivo e con una trama ben delineata che vedremo in seguito nel dettaglio. Ogni Joker che si rispetti sul grande schermo da Jack Nicholson a Jared Leto, ha dovuto fare i conti prima che con l’interpretazione complessiva, con la “risata” tipica del personaggio. Phoenix è stato sublime: nella sua risata nata da un disturbo psicologico a seguito di traumi violenti subiti da bambino, si nota tutta la sofferenza e il dolore che pervadono Arthur Fleck all’inizio del film.

L’ironia del film è che l’uomo svolge la professione di comico per vivere, ma in lui non è presente un pizzico di felicità o di talento ironico, anzi è affatto da ansia e depressione e costretto a prendere sei diversi tipi di farmaci e seguire una seduta a settimana di psicoterapia che egli stesso ammette essere inutile poiché la stessa terapeuta non gli è di alcun aiuto e infine viene abbandonato a se stesso per mancanza di fondi. Tuttavia egli convinto di voler conseguire la professione del comico prosegue e ciò lo mettere spesso in condizioni di disagio e pericolo.

Ammetto di aver avuto timore, dopo l’ultimo film che ha visto un Joker nei panni della star Jared Leto in Suicide Squad, non perché non lo reputi un bravo attore, ma perché hanno sminuito il personaggio in maniera indegna e tagliato molte delle sue scene, cosa che ha indignato lo stesso attore. Dopo la sublime interpretazione di Heath Ledger ormai compianto ne Il Cavaliere oscuro, non pensavo di vedere un antagonista di Batman per di più in un film stand alone così ben fatto. La trasformazione fisica dell’attore, noto antagonista del gladiatore nell’omonimo film è notevole, dimagrito, molto espressivo. Meritato il leone d’oro al festival di Venezia di quest’anno.

Trama

Siamo nel 1981. Naturalmente a Gotham City, caduta preda del degrado, invasa dai ratti e dalla delinquenza. Arthur Fleck vive con la madre Penny, coltiva il sogno di sfondare non nel mondo del cabaret come il suo idolo: il presentatore televisivo Murray Franklin (Robert De Niro) è quindi costretto a lavorare come pagliaccio per guadagnarsi da vivere. S’invaghisce di Sophie una vicina di casa, fantasticando su una loro possibile relazione. Il noto miliardario Thomas Wayne, padre di Bruce, si candida a sindaco e la madre di Arthur avendo lavorato per lui da giovane, spedisce numerose lettere all’indirizzo di Wayne non ottenendo risposte.

Durante un turno di lavoro, Arthur subisce un pestaggio da alcuni teppisti, e un collega clown gli presta una pistola a scopo di difesa. Tuttavia Fleck la fa cadere in terra durante un esibizione in un ospedale pediatrico e perde il lavoro. La sera stessa rientra in metropolitana, depresso, sconvolto, ancora travestito da clown e subisce aggressione da alcuni giovani di Wall Street a causa delle sue crisi di riso incontrollato acceso nei momenti di maggiore stress. Stanco delle percosse egli si difende sparando e uccidendo i tre uomini impiegati di Wayne.

Il miliardario definisce tutti “clown” chi gode della loro morte solo perché più poveri di loro. Tale dichiarazione scatena malcontento tra le classi sociali  disagiate che si identificano nel misterioso giustiziere. Hanno inizio proteste e cortei: tutti mascherati da pagliacci contro Wayne. Il senso di rivalsa scaturito dall’omicidio dà ad Arthur la fiducia necessaria per dichiararsi a Sophie, con cui comincia una relazione, inoltre fa il suo primo provino da cabarettista.

In seguito aprendo una delle tante lettere che la madre scrive a Wayne, Arthur scopre che quest’ultimo potrebbe essere il padre che non ha mai conosciuto per via di una loro relazione illecita. Cerca risposte presso Wayne ma l’uomo lo scaccia. Fleck cerca risposte all’Arkham Asylum dove sua madre fu ricoverata da giovane. Scopre che sua madre soffre di disturbi psichici e, dopo averlo adottato da piccolo per far sì che sembrasse il figlio di Thomas, ha lasciato che l’uomo con cui conviveva abusasse più volte di lui, evento che lo ha traumatizzato a vita.

La malattia di Arthur a seguito di tutti questi nuovi traumi è peggiorata a tal punto da aver allucinato ogni suo momento insieme a Sophie, per la quale è un completo estraneo. Nel frattempo la polizia lo ha identificato come l’assassino dei tre broker.

Si rintana nel suo appartamento dopo aver ucciso Penny (ricoverata in ospedale per un ictus) elimina con delle forbici anche il collega che gli aveva prestato la pistola e causa del suo licenziamento. Arthur realizza poi un nuovo trucco da pagliaccio e si rinomina Joker (epiteto con cui il presentatore Murray lo aveva apostrofato nella sua trasmissione) accettando la proposta di Franklin di apparire in un episodio del suo show. Mentre la più grande manifestazione dei clown anti-Wayne esplode, Arthur, rivela di essere lui l’assassino della metropolitana, accusa Franklin, Wayne e i cittadini di Gotham di essere i responsabili di ciò che è diventato, e spara Murray in diretta.

Il gesto scatena la folla, che mette a ferro e fuoco la città, e poco dopo Wayne e sua moglie Martha vengono uccisi in un vicolo davanti al figlio. Arthur, arrestato per gli omicidi commessi, viene liberato da un tamponamento con un’ambulanza guidata da alcuni fanatici. Arthur, svenuto per l’incidente, si sveglia vedendo la gente che lo acclama, sale sulla volante distrutta e balla per la folla per la quale è un idolo, e con il suo stesso sangue si disegna un sorriso sulle labbra.

Successivamente viene rinchiuso all’Arkham Asylum: qui trova una nuova psichiatra, che gli chiede di raccontarle la barzelletta che lo ha spinto a ridere tra sé e sé. Dopo averle risposto che non l’avrebbe capita, Arthur si mette a correre tra i corridoi per sfuggire agli infermieri lasciando dietro di sé una scia di impronte di sangue, probabilmente della psichiatra stessa da lui appena uccisa.

Conclusione

Che dire ancora? Ho lasciato la sala profondamente colpita e ammetto angosciata da questa pellicola incredibilmente forte. Sicuramente questo film nasce per porre l’accento e fare la morale sulla questione della follia e violenza di cui anche la vita reale sia profondamente invasa, e di quanto sia facile caderne vittima anche a seguito di “una pessima giornata”. Il malato di mente se abbandonato a se stesso è destinato a diventare una potenziale minaccia per se e per gli altri. Ciò dovrebbe portare chi di dovere a molte amare riflessioni.

Ammetto che ho sempre amato Batman e il Joker nella loro danza di lotta senza fine  nei fumetti e nei film. Mi piacerebbe rivedere Phoenix in una nuova trasposizione cinematografica del clown. magari affiancando l’eterno nemico Batman che sarà riproposto al cinema con il viso di Robert Pattinson. Staremo a vedere!

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