Le sfaccettature della figura femminile in Piccole Donne

Allegre, altruiste, chiacchierone, creative, sensibili: questi tutti gli aggettivi che mi saltano subito alla mente se penso alle ragazze March. Meg, desiderosa di una famiglia, un buon marito e di tutte le frivolezze dell’alta società; ma anche grande lavoratrice e punto di riferimento per le sue sorelle. Jo, indipendente, forte, profondamente attaccata alla sua libertà; ma anche amica fidata, pronta a sacrificarsi per la sua famiglia. Amy, sfrontata, capricciosa, gelosa della vita mondana delle sorelle maggiori, ma anche dolce. E infine Beth, gentile, timida, altruista e fragile.

Nell’ultimo film dedicato a questo piccolo capolavoro letterario, diretto da Greta Gerwig, l’immagine della donna assume tutte le sfaccettature sopra elencate. Emma Watson è perfetta nel suo ruolo di Meg March; a lei che gli abiti merlettati stanno davvero bene, esaltando la sua semplice bellezza. E anche l’attrice Saoirse Ronan sfoggia con grande talento il ruolo di Jo March.

Un film che si rincorre tra passato e presente – un passato allegro e scompigliato e un presente maturo e vivido – seguendo con grande affanno l’acerba carriera letteraria di Jo, che vende i suoi racconti al primo offerente, piegandosi come una “mercenaria” (termine usato da lei stessa) a tutte le correzioni cui la sottopone il suo datore di lavoro.

La protagonista ha questa forte idea d’indipendenza, di emancipazione dall’uomo e dalla schiavitù a cui la legherebbe un possibile matrimonio. Un’ideale così potente da non volersi piegare neanche all’amore del suo migliore amico, Laurie, interpretato da Timothée Chalamet, la cui recitazione ho trovato meno brillante rispetto alla sua passata performance nel film Il Re.

Emma Watson, Saoirse Ronan, Timothée Chalamet, Florence Pugh, and Eliza Scanlen in Little Women piccole donne (2019)

Poster Little Women (2019) © by IMDB

È una pellicola che fa riflettere sulla condizione che tutt’oggi ricopre la donna. Perché sì, nel corso degli anni abbiamo ottenuto un’ampia libertà, ma ancora ci sono delle differenze che tengono la figura femminile sempre un gradino sotto quella maschile, sia in ambito lavorativo che nella vita domestica. Per questo ho apprezzato molto lo stampo femminista del film, che è un grido all’intero genere femminile di non mollare mai, correre sempre fiere verso i traguardi e gli obiettivi, anche quando tutto sembra remare contro, anche quando si viene sminuite.

Conclusioni

Commovente la perdita di Beth, divorata dalla malattia, che stende un velo di dolce malinconia sull’intera storia, e ottima anche l’interpretazione della zia March, questa donna severa e fredda, da parte di Meryl Streep. Però ho trovato un po’ forzate le melodie che costellavano il film, un po’ troppo invadenti per i miei gusti; rischiavano di rendere grossolane le scene, avrei preferito musiche più basse.

In conclusione, è un film abbastanza soddisfacente, da far conoscere alle nuove generazioni per non dimenticare la bravura di Louisa Mary Alcott e la sua lotta aperta contro il dominio maschile.

Dunque siate forti, siate intraprendenti, siate voi stesse e vivete per i vostri sogni.

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