Titolo: Enrico

Autore: Francesca Garofalo

Casa editrice: Book a book

Genere: Narrativa

“L’arrivo delle due donne a Zapponè, l’incontro, quell’universo condiviso, il concatenarsi degli eventi:non potevano essere un caso, tutto stava inconsapevolmente seguendo ciò che era scritto.”

Enrico: Trama

Una vita in provincia, lontano dagli stimoli della città. Un ambiente che ti sta stretto, in cui capisci che la tua natura è un’altra ma non trovi gli spazi dove esprimerla. In situazioni come questa l’immaginario viene sempre in soccorso, e così fa anche con Enrico e i suoi due amici, che utilizzano il mondo di Harry Potter per sfuggire alla quotidianità. I tre assimilano il mondo del mago di J. K. Rowling riadattandolo alla propria realtà, fino a sentirsi esuli protagonisti di quell’immaginario fantastico. Enrico è un romanzo all’insegna della ricerca dell’identità, attraverso l’inseguimento dei propri sogni: e anche se non si può vivere solo di sogni, la magia è sempre meno lontana del previsto.

Recensione

Enrico è il primo romanzo di Francesca Garofalo classe ’82, nata a Napoli. Inizialmente era stato scritto per un lungometraggio ed ora è un progetto editoriale. L’ho scoperto tramite il social Instagram e mi sono immediatamente incuriosita, dato che da sempre sono appassionata al mondo creato da J.K Rowling, l’ho acquistato senza esitare.

Enrico si è rivelato da subito una lettura scorrevole, divertente soprattutto e, a modo suo, originale. Va ben oltre i riferimenti del mondo Potteriano, che viene considerato dai tre protagonisti: Enrico, Antonio e Saverio, come una filosofia di vita o meglio di religione da seguire ciecamente. I tre uomini vivono in un paesino di provincia chiamato Zapponé.

Una piccola realtà dove mancano stimoli personali di ogni sorta , una realtà lavorativa poco sviluppata. Enrico lavora al bar di sua zia Margherita, che molto mi ha ricordato la nota zia Petunia, arcigna e taccagna come il suo compagno. L’uomo arrotonda lo scarso stipendio preparando unguenti e rimedi naturali per i malanni dei vecchietti del paesello. Gli amici invece si occupano di un’agenzia di pompe funebri, sono fratelli e seguono Enrico nel suo insano progetto di riuscire a varcare la barriera del binario 9 e 3/4 per raggiungere Hogwarts come nella serie.

Tuttavia ogni anno lo sventurato Enrico si imbatte o meglio sbatte contro il muro che purtroppo non rivela alcun varco segreto.

Enrico non demorde e insieme ad Antonio e Saverio hanno ricreato in una cava, una sorta di rifugio segreto completamente ispirato al mondo di Harry, con tanto di libri che maneggiano come testi sacri. Affisso al muro spicca il ritratto del professor Silente. Hanno ricreato una sorta di sala grande con i vari altari dedicati alle case di Hogwarts e custodiscono gelosamente ogni altro genere di gadget, o pozione ispirato al mondo magico della saga. Improvvisano persino le partite di Quidditch con un tale ingegno e fantasia da farle risultare simpatiche e originali.

Tuttavia avverrà qualcosa che sconvolgerà la quotidianità dei tre amici. Enrico noterà strani movimenti in una casa abbandonata di fronte la propria e si convincerà che ci sia lo zampino del signore oscuro. Il fatto verrà amplificato dal sinistro prurito alla sua cicatrice (ne ha una sul naso provocata da un ratto). E Poi l’incontro con le due mistiche sorelle lo convincerà di aver trovato la soluzione per evadere da Zapponè e recarsi alla scuola di Magia e stregoneria.

Conclusione

Ho apprezzato il lavoro della Garofalo non soltanto per i riferimenti al mondo fantastico che ho amato per tutta la mia adolescenza fino a oggi. Ma ciò che mi ha convinta della validità di questo breve romanzo è l’aver saputo descrivere uno stralcio della nostra società e della difficoltà di noi trentenni nel potersi adattare ad una società scialba e noiosa. Il vedersi tagliati fuori da ogni contesto lavorativo e sociale e doversi rifugiare nella fantasia per poter trovare entusiasmo e voglia di vivere. Mi rivedo in Enrico.

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