La gabbianella e il gatto è un film d’animazione tratto dal romanzo di Luis Sepúlveda intitolato Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar) pubblicato per la prima volta nel ‘96. Appena due anni dopo, Enzo D’Alò, famoso regista, animatore e sceneggiatore napoletano (di cui abbiamo già parlato), ci offre questo bellissimo adattamento del racconto.

La Trama

Kengah è un gabbiano femmina che insieme al suo stormo sta rientrando dall’annuale migrazione. Emozionatissima per ciò che il futuro le prospetta, si lancia in magiche impennate e tuffi nel mare del porto di Biscaglia. Kengah non vede l’ora di conoscere il piccolo che di lì a poco dovrà deporre e covare. Tuttavia, l’inaspettato si manifesta. La gabbiana, troppo emozionata, non si rende conto che una nave petroliera ha avuto un incidente. Quando riemergerà dalle acque, si troverà ricoperta di quella sostanza che i gabbiani chiamano la “peste nera”. Kengah utilizzerà le sue ultime forze per volare via e deporre il suo uovo, tanto atteso. Ma il fato non ha ancora finito di giocare le sue carte.

Ad assistere alla scena c’è Zorba, un gatto nero a cui la gabbiana affiderà le cure della sua piccola, Fortunata. Inizia così un’emozionate storia di amore, inclusione e coraggio. Zorba dovrà tentare quello che in molti potrebbero credere impossibile, crescere un uccello e, quando sarà grande abbastanza, insegnargli a volare.

Su un binario parallelo facciamo la conoscenza di Nina e del suo papà, poeta, che nel doppiaggio italiano verrà interpretato dallo stesso Sepúlveda.

Recensione

Probabilmente inserire questo titolo in una raccolta intitolata Memorie dimenticate è come minimo un atto disonesto. Diciamocelo chiaramente: cercavo solo una scusa per parlare di questo film! Infatti, a differenza di altre pellicole, di cui abbiamo già avuto modo di parlare, La gabbianella e il gatto non trova posto nel dimenticatoio. D’altro canto, resta un film campione di incassi di cui si potrebbe certamente parlare molto di più (non solo quando il suo autore ci lascia tragicamente).

“Fallo per noi gatti! Non abbiamo mai volato: sii tu il primo gatto volante!”

Si tratta di un film di qualità (all’epoca distribuito in ben 10 paesi), che è riuscito a diventare il film d’animazione italiano più famoso, nonostante la concomitante uscita di pellicole come Il principe d’Egitto della Dreamworks e Mulan della Disney. Le musiche, tutte originali, sono state scritte dal compositore britannico David Rhodes ed interpretate da artisti d’eccezione dell’allora panorama musicale italiano come Ivana Spagna, Leda Battisti, Samuele Bersani e Gaetano Curreri.

Oltretutto, c’è da dire che per molti ragazzi nati agli inizi degli anni ‘90, La gabbianella e il gatto è una storia che a distanza di anni riesce ancora a commuovere. I disegni ed i colori di Walter Cavazzuto mettono in azione una vicenda ricca di temi che hanno segnato e formato un’intera generazione. Il cammino non sempre facile da percorrere per conoscere ed amare chi è diverso da noi, l’accettazione di sé, il coraggio di dedicarsi alla realizzazione di un sogno all’apparenza impossibile, l’importanza degli amici, che ci aiutano a trovare l’ardire per lanciarci nel vuoto, e dell’amore, l’unico sentimento indispensabile al fine di mantenere unita una famiglia per nulla convenzionale. Questi sono solo alcuni dei contenuti più importanti di questo capolavoro che a distanza di anni resta di un’attualità immensa.

A noi fa piacere e ci rende fieri che tu voglia essere come noi, ma ci rende ancora più orgogliosi che tu sia una bellissima gabbiana, e che tu possa un giorno volare libera nel cielo, come volava tua madre.”

Ecco perché mi sembra del tutto inutile dirvi che la visione di questo gioiello, semplice e delicato, ma a tratti onirico e fiabesco, è caldamente consigliata. Mi ringrazierete poi 😉

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