Il Miserere è un racconto breve di Gustavo Adolfo Bécquer. Il racconto ci accompagna in un mondo fatto di note dissonanti e lugubri con una sinfonia che sembra provenire da un mondo spettrale.
Il Miserere – Trama
Il narratore e protagonista della vicenda rinviene, in un monastero, non strano spartito. Si tratta di quello che appare come un Miserere il celebre canto di penitenza del re Davide. Ma le strane diciture presenti al suo interno accendono la sua curiosità, così da scoprirete la storia che si cela dietro di esso.
Recensione
Il Miserere è un canto attribuito al Re David corrispondente al Salmo 50 (o 51 a seconda delle fonti). Secondo la tradizione il salmo fu intonato dal dopo il suo adulterio con Betsabea al fine di chiedere perdono a dio per la sua colpa. Ai fatti, tuttavia, gli eventi menzionati all’interno del testo fanno pensare a una datazione successiva.
Per quanto riguarda invece il testo, questo appare come un canto di estrema contrizione e allo stesso tempo mette i evidenza l’umiltà del peccatore.
Miserère mei, Deus, secùndum magnam misericòrdiam tuam.
Et secùndum multitùdinem miseratiònum tuàrum, dele iniquitàtem meam.
Abbi misericordia di me, Dio, secondo la tua grande misericordia.
E secondo la tua immensa pietà delle mie colpe.
Si nota già da subito come il termine iniziale sia quello che da anche il nome al Salmo e basta veramente poco per rendersi conto che sia poi un tema portante dell’intero canto.
Ed è proprio l’estrema umiltà presentata dal peccatore a renderlo uno dei testi più importanti della tradizione cristiana.
Il lugubre canto dei morti
Il musicista di cui viene narrata la leggenda al nostro protagonista e narratore desidera dunque riscattare i suoi peccati componendo un Miserere, ma non uno qualunque. Il Miserere in questione dovrà cogliere così profondamente il significato del canto da superare ogni altro che sia stato composto fino a quel momento. E quando viene a conoscenza della leggenda dei monaci che ogni anno tornano dall’oltretomba per intonare il canto, non può fare a meno di correre ad ascoltare quella musica con le sue stesse orecchie.
E in effetti quel canto è così profondo, così straziante e agonizzante che non potrebbe essere comparato a nessuno altro scritto prima di allora. La sofferenza di quelle anime è palpabile, quasi solida da poter essere afferrata. Quasi esso fosse in grado di scuotere la terra e il cielo e tutti gli elementi che vi sono fra l’uno e l’altro.
Arte e ossessione
Uno dei temi non certo rari nel connubio fra l’arte e il sovrannaturale è quello dell’ossessione dell’artista per una determinata opera o il raggiungimento di un tale ideale di perfezione da portare quest’ultimo sul baratro della follia. E in molti casi, oseremo aggiungere, di tuffarcisi dentro a capofitto.
Qui non è diverso e anche il nostro compositore dovrà fare i conti con la sua arte e quella musica che va al di là di quello che un essere umano potrebbe essere in grado di concepire e immaginare, tanto da essere costretto a coniare per essa una serie di nuovi termini che si rifanno tutti allo status di sofferenza di quelle anime per certi versi eternamente dannate.
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