Nel sesto libro delle Cronache dei vampiri, Anne Rice mette da parte Lestat e approfondisce la genesi di uno dei personaggi finora più enigmatici: Armand.
Chi non lo ricorda interpretato da Antonio Banderas in “Intervista col Vampiro”? L’adattamento cinematografico fu a dir poco campato in aria poiché Armand è un adolescente di origini russe dall’aspetto quasi efebico, pelle chiara e capelli biondi tendenti al rosso, carattere ribelle e bellezza disarmante. In questo libro è il protagonista assoluto. Tuttavia c’è anche un’altra figura altrettanto affascinante e magnifica che, non di riflesso ma di luce propria, brilla: Marius, il suo creatore.
Naturalmente questo romanzo si lega ai precedenti mostrando non solo le origini di un personaggio complesso a cui l’autrice dà, finalmente, il giusto risalto ma ci racconta ciò che accadde dopo gli avvenimenti descritti in Memnoch il diavolo.
Armand il vampiro – Trama
Lestat, dopo la terribile avventura mistica nel precedente romanzo, giace immobile sul pavimento della cattedrale. Le sue rivelazioni hanno incuriosito i vampiri di tutto il mondo che vanno a fargli visita sperando di poter bere il suo sangue e verificare così le sue assurde e complesse affermazioni di natura sovrannaturale. Si presenta anche Armand che credevamo morto carbonizzato al sole sul sagrato della chiesa di San Patrick a New York. Lì incontra David Talbot che da vampiro, non avendo perso la sua curiosità da studioso, lo convince a raccontargli la sua storia.
Andrei è il suo vero nome. Viveva Kiev quando venne rapito da mercanti di schiavi e portato a Venezia dove un uomo misterioso quanto potente e ricco lo salva dall’essere introdotto ai numerosi bordelli della città. Marius è un vampiro, ma anche un filantropo che ama insegnare le arti e i mestieri a ragazzi che altrimenti non avrebbero possibilità alcuna ma la bellezza efebica dell’ultimo arrivato lo sconvolge. Lo chiama Amadeo e tra Maestro e allievo comincia crearsi un’intesa che muterà in amore e devozione incondizionati. Seguono decenni di vita piena di lussi, piaceri, esperienze e insegnamenti.
A seguito di un duello, Marius è costretto a trasformare Amadeo per sottrarlo alla morte. Tutto ha fine una notte in cui numerosi vampiri capeggiati da Santino irrompono nel palazzo di Marius che sembra perire tra le fiamme mentre Amadeo viene portato a Roma, costretto ad abbracciare una nuova Fede Oscura diventando Armand. La storia prosegue a Parigi intrecciandosi con eventi già descritti nei precedenti libri attraverso la testimonianza di Lestat e Louis, fino a come Armand sia riuscito a guarire dalla terribile alba che l’ha quasi ucciso…
Recensione
Sensuale, piena e irriverente è la vita del vampiro Armand immaginata da Anne Rice che dopo le rivoluzionarie teorie teologiche in Memnoch il Diavolo, fa vivere al protagonista di quest’opera, e ai lettori, un’altalena di emozioni. Vediamo la compassione per il ragazzino venduto ai mercanti di schiavi, l’empatia dell’incontro, dopo tanti anni, con la famiglia che lo credeva morto. E ancora il desiderio misto a gratitudine verso il suo Maestro e amante. Il vortice di trasgressioni che questi lo induce a vivere prima di concedergli il Dono Oscuro.
Decisamente un romanzo che coinvolge, scorrevole e provocatorio. Armand è un ragazzino quando viene introdotto, suo malgrado alla conoscenza del Male e del predominio. Ma è appena adolescente quando conosce tutte le sfumature dei piaceri della carne, iniziato a essi da un uomo (un vampiro) adulto che ama incondizionatamente, ricambiato.
Armand non è il personaggio che preferisco nelle Cronache. Ma aver approfondito la sua storia di certo mi ha chiarito la sua personalità tendente al fanatismo e all’ossessione. Marius, carismatico e appassionato filantropo, brilla di luce propria nella decadente Venezia del XVI°secolo. E allo stesso modo alla fine della storia quando, persa ogni fede, decide d’istinto del destino di Benji e Sybelle, considerati figli da Armand.
Lasciatemi dire che ciò che ho maggiormente apprezzato in questo libro. È un piccolo cammeo, un’orribile rivelazione in realtà, che richiama il “Frankenstein” di Mary Shelley, un’opera di una bellezza, a mio avviso, insuperata e insuperabile. Non mi piace particolarmente il fatto che in quasi ogni libro delle Cronache, possiamo trovare un personaggio così estremizzato da risultare irreale. Lo vediamo in personaggi come Gretchen ne “Il ladro di corpi”, Dora in “Memnoch il diavolo”. In questo è Sybelle, una ragazzina a cui paiono scivolare addosso tutti gli orrori immaginabili, il corpo carbonizzato di un essere sovrannaturale, l’omicidio che serve a guarirlo, la morte del fratello… Una figura inquietante se, dopo tutti questi orrori, la si immagina serena al pianoforte a suonare l’Appassionata…
Conclusioni
Lasciare un po’ da parte Lestat devo dire che non mi è dispiaciuto anzi, pur non preferendo Armand tra tutti i personaggi delle Cronache, leggere questo libro mi ha fatto capire che questo potente vampiro è mosso dalla ricerca dell’amore. Oltre alla motivazione, allo scopo che mantiene in vita gli esseri immortali, Armand ha bisogno di dare e ricevere amore e considerazione.
Un libro consigliato anche a chi approccia le Cronache dei Vampiri per la prima volta in quanto i riferimenti ai libri precedenti non sono eccessivamente esponenziali.
Nella prima parte di questo romanzo, la visione di una Venezia elegante quanto decadente, ricca di arte quanto di vizio è francamente impagabile. È descritta così bene che mette voglia di “bere la vita” con l’ingordigia di un vampiro. Un romanzo che attraversa la storia e lo spazio in un viaggio da Kiev a Venezia, da Roma a Parigi. E prosegue fino al presente, a New York dove la ricerca di una Fede suprema in cui credere si ripete con risvolti inquietanti… Un libro in cui la Rice coniuga, con l’eleganza di sempre, l’erotismo più sfrenato con la forsennata ricerca della fede, di un “qualcosa“ che possa redimere anche un immortale vecchio di mezzo secolo.
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