Freaks Out un film italiano giunto nelle sale nel 2021. Di  genere fantastico, storico, avventuroso e drammatico, diretto da Gabriele Mainetti, con il soggetto di Nicola Guaglianone, gli stessi creatori di: Lo chiamavano Jeeg Robot. Una produzione Goon Films e Lucky Red con Rai Cinema che strizza visibilmente l’occhio ai kolossal americani, come già notavo con la pellicola precedente su citata. Una bella prova di regia con un cast di ottimi attori.

Freaks Out – Trama

Freak Out - Locandina

Freak Out – Locandina
© 01 Distribution

In piena seconda guerra mondiale si svolgono gli spettacoli del Circo Mezzapiotta, di proprietà dell’ebreo Israel, nel quale si esibiscono quattro freaks: Matilde, una ragazza che produce scariche elettriche; Cencio, un ragazzo albino capace di controllare gli insetti; Fulvio, un “uomo bestia”  ricoperto di peli e dotato di forza sovrumana; Mario, un nano con  la capacità di controllare gli oggetti metallici.

Israel propone ai quattro di tentare il viaggio per l’America; dopo aver raccolto i loro risparmi, tuttavia sparisce nel nulla. Cercandolo per le strade della Capitale e scampati fortunosamente a un rastrellamento nazista i quattro si dividono.

Matilde è l’unica a credere nella buona fede di Israel, parte per cercarlo, mentre gli altri tre si recano al prestigioso Berlin Zircus, un sontuoso spettacolo allestito dagli occupanti nazisti.

Fulvio, Mario e Cencio vengono assunti, ma il Berlin Zircus è il regno di Franz, un pianista tedesco esadattilo dotato di poteri di chiaroveggenza. Egli presagisce la morte del dittatore nazista e l’arrivo di quattro esseri dotati di poteri sovrumani in grado di salvare le sorti del Terzo Reich.

Recensione

La fotografia è davvero ben curata, senza i dialoghi potrebbe passare tranquillamente per un pellicola alto budget americana. Per questa è stata investito una somma di 13 milioni di euro, devo dire ben spesi. Gli effetti visivi e la colonna sonora sono ben realizzati.

Freak Out - una scena del film

Freak Out – una scena del film
© 01 Distribution

La trama non è malvagia, con tutte le implicazioni storiche legate alla guerra nazi fascista e le tendenze alla sete di potere del terzo Reich impersonate dal villain: Franz. Solo in alcuni momenti ho trovato le scene più lente, ma per la maggiore tutto funziona con un buon ritmo.

Il cast mi ha piacevolmente sorpreso. Tra i protagonisti della pellicola, Claudio Santamaria (Lo chiamavano Jeeg Robot) che interpreta Fulvio – l’uomo lupo e Pietro Castellitto alias Cencio l’albino, ma il ruolo di rilievo è quello interpretato dalla giovane Aurora Giovinazzo la ragazza elettrica che fa da motore all’intera storia. Tiene tutti gli altri personaggi con i piedi per terra e li spinge a dare il meglio di loro.

Considerazioni

Questa pellicola ci porta a molte riflessioni, soprattutto verte sul solito, ma mai scontato tema della diversità.

Freak Out - una scena del film

Freak Out – una scena del film
© 01 Distribution

Punta l’attenzione sulla sete di potere e di smodato desiderio da parte di chi non viene ritenuto tale di sentirsi umano, o apprezzato come una persona normale, senza pregiudizi o ghettizzazioni.

Il confronto tra le realtà storica e la caccia spasmodica di super poteri dei nazisti e la terribile brama di annientamento di coloro che venivano considerati inferiori, ci porta anche a temi purtroppo attuali.

Tutti vogliamo essere più forti o migliori di quanto siamo, ma alla fine ciò che conta non sono le nostre facoltà esteriori, ma la purezza del cuore, quello è l’unico vero super potere. Qualcosa che non passa mai di moda e che anzi dovrebbe ricevere maggiore risalto nella società.

In definitiva

Un film consigliato altamente. Nonostante i pochi incassi probabilmente imputabili al periodo di uscita in pieno periodo contagi, ha ricevuto molti premi e riconoscimenti a ragion veduta.

Un ottimo tentativo tecnico e stilistico per il cinema italiano che finalmente sta riguadagnando terreno, si sta discostando dai soliti generi per affrontare qualcosa di più attuale, pur conservando comunque la propria identità nazionale. Bella prova.

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