Con il ritorno di settembre, l’estate sfuma via. Torna la solita routine quotidiana e scatta la malinconia per quelle vacanze che sono durate troppo poco. Riprendere il ritmo può essere faticoso e consumare facilmente tutte le nostre energie spirituali. In questo articolo scopriremo alcune erbe e piante in grado di darci una mano in questo mese di passaggio, così da ripristinare tutte le nostre energie.

Il ciclo dell’energia

Gli sforzi che ogni giorno riusciamo a infondere nel lavoro, nelle commissioni quotidiane e nelle nostre passioni, sono costituiti da un delicato equilibrio interno cui spesso non facciamo caso. Se qualcosa disturba quell’equilibrio, perdiamo i nostri orizzonti e la vita può sembrare molto più faticosa del necessario.

L’estate, nonostante tutte le sue bellezze e le possibilità che ci offre, è un periodo in cui il nostro equilibrio interiore viene messo a dura prova. Ci si abitua alla siesta pomeridiana, a pranzi abbondanti, a orari più morbidi, a giornate meno frenetiche. E così tornare alla solita routine può avere un effetto molto stressante.
Ma il ciclo dell’energia è un perfetto esempio di “dare e avere”. Quello che durante l’estate restituiamo al mondo, raccogliendo nuove esperienze, passando maggior tempo a contatto con la natura e condividendo nuovi ricordi, possiamo recuperarlo dalla natura stessa e dagli aiuti che ci offre.

Erbe e piante energetiche

Vediamo ora alcune delle più efficaci erbe e piante energetiche, i cui preziosi benefici possono essere dei veri e propri toccasana per darci forza, sostegno e lucidità mentale.

Alga kombu

kombuMolto usata in cucina per insaporire e addolcire le pietanze in modo naturale, questa alga è ricca di iodio, potassio, calcio e magnesio. Aiuta a depurare l’organismo, rafforzare il sistema immunitario e il metabolismo, così da dare nuova regolarità al corpo.

Chiamata anche alga marina bruna o cavolo di mare, cresce principalmente al largo della costa sud-orientale di Hokkaido, in Giappone, dove viene utilizzata per creare il dashi, un leggero brodo di pesce che si trova alla base di molti piatti giapponesi.
Venduta spesso essiccata, è sempre bene reidratarla prima di usarla in cucina. Tuttavia se ne sconsiglia l’uso a chi ha problemi di tiroide a causa del suo alto contenuto di iodio, e se ne sconsiglia in generale un consumo eccessivo poiché può contenere metalli pesanti come arsenico e cadmio, a seconda dell’area di raccolta.

Fieno greco

Quest’erba è chiamata così a causa dell’uso che se ne faceva in antichità, veniva usata infatti per l’alimentazione del bestiame. Il nome botanico (Fenugreek, Trigonella foenum-graecum) deriva invece dal greco trigonos, che significa triangolo e si riferisce alla disposizione delle foglie (a tre a tre) e alla forma dei semi.
In medicina popolare era utilizzata per combattere i parassiti intestinali, mentre i suoi cataplasmi erano impiegati contro foruncoli, pelle grassa e impura. Inoltre i semi di fieno greco erano impiegati come surrogato del caffè, e a questo scopo veniva preparato un infuso dai semi abbrustoliti.

Il fieno greco è da sempre molto apprezzato come ricostituente, grazie alla sua forte azione antianemica, anabolizzante e antiulcera. L’uso di fieno greco può essere utile durante la convalescenza, per recuperare energie e incrementare la massa muscolare in caso di eccessivo dimagrimento. Ne è sconsigliato l’uso durante la gravidanza.

Ginseng

Panax notoginseng

中国科学院植物研究所, Public domain, da Wikimedia Commons

Un tempo era usato soprattutto contro l’invecchiamento, i disturbi gastrointestinali e come preparato afrodisiaco e rivitalizzante. Oggi si ritiene che il ginseng sia in grado di migliorare la resistenza, sia fisica che mentale, allo stress e alla fatica, in caso di convalescenza, stanchezza, perdita di concentrazione, mancanza di appetito, ansia e insonnia.
Viene spesso considerato sostituto del caffè perché i suoi effetti energetici sono meno irritanti e nervosi. Tuttavia se ne sconsiglia (proprio come nel caso del caffè) un uso eccessivo, poiché potrebbe avere degli effetti collaterali in grado di causare irrequietezza, palpitazioni e stati ansiogeni.

Guaranà

Guaranà

Megustanlasframbuesas, CC0, da Wikimedia Commons

Il termine guaranà deriva da warana, una parola utilizzata dai Sateré Mawé, un gruppo etnico originario delle zone del Brasile. Questa pianta è sempre stata sacra per le tribù native del Sud America. E a causa della forma del suo frutto, intorno ad essa sono nate diverse leggende e miti.

Considerato dagli Indios come un elisir di lunga vita, la pianta di guaranà era molto importante poiché era un ottimo mezzo per curare le malattie e sostenere l’organismo. In particolare, era impiegata per il suo effetto tonico e stimolante, così da aumentare la resistenza fisica per attività come la caccia.
La parte più comunemente utilizzata sono i semi, spesso tostati e successivamente pestati per ottenere una polvere sottile ricca di caffeina.

Il guaranà viene molto utilizzato anche per la preparazione di una famosa bibita, leggermente frizzante, che può avere un effetto stimolante e un gusto molto dolce. Per il suo uso medicamentoso lo si può trovare in compresse, bastoncini o polvere.

Rigenerarsi

Come abbiamo già sottolineato, al giorno d’oggi gli impegni giornalieri scandiscono il ritmo continuo e frenetico della nostra vita. Per questo a volte è importante ritagliare cinque minuti di pausa per rigenerare mente e spirito, e riuscire così ad affrontare il resto della giornata senza intoppi. Impariamo quindi a utilizzare ciò che la natura ci offre per ripristinare le energie, senza abusarne.

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